Carlo De Benedetti

Carlo-De-BenedettiCarlo De Benedetti, imprenditore italiano nato il 14 novembre 1934 a Torino, è oggi uno dei primi nomi nostrani quando si pensa al mondo del lavoro e dell’imprenditoria.

Cresciuto in una famiglia ebraica di Torino, nel corso della seconda guerra mondiale i genitori portarono tutti in Svizzera, per sfuggire al conflitto. Alla fine della guerra, Carlo De Benedetti ha conseguito la laurea in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Torino. Per questo motivo, ancora oggi, è soprannominato “l’ingegnere”.

Dopo il conseguimento del titolo ha lavorato presso la Compagnia Italiana Tubi Metallici Flessibili, con il padre. Nel 1972 ha rilevato, insieme al fratello Franco (che all’anagrafe si chiama Debenedetti scritto in una sola parola, per un errore) la Gilardini, azienda che si occupava prevalentemente di affari immobiliari. De Benedetti fu il presidente dell’azienda fino al 1976, quando la stessa venne ceduta a Fiat. Da quel momento e per soli 4 mesi, Carlo De Benedetti è stato Amministratore Delegato della prima casa automobilistica italiana.

De Benedetti entrò a far parte dell’italiana Olivetti nel 1978, prima come CEO e poi come presidente, nel 1983. Rimase alla guida della stessa fino alla sua chiusura, nel 1996, quando la società fu acquistata da Telecom Italia (che sta lavorando sul rilancio del marchio).

De Benedetti è famoso anche per il fallimento del Banco Ambrosiano, banca in cui lo stesso torinese classe ’34 entro nel 1981 con l’acquisto del 2% delle quote. Subito assunse il ruolo di vice-presidente. Dopo solo due mesi De Benedetti lascia l’incarico del gruppo, che già era quasi in fallimento. Secondo alcuni egli incassò una plusvalenza di 40 miliardi di lire.

Oggi De Benedetti è presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso, che pubblica L’Espresso e la Repubblica, tra gli altri.